Reality Check sul blocco a ChatGPT
ChatGPT non è più raggiungibile dall'Italia. Il Garante Privacy nella giornata di ieri ha disposto una sospensione del trattamento dei dati poi implementato dalla piattaforma in forma di blocco totale all'accesso al servizio. Questo intervento di buon senso e perfettamente in linea con gli interessi dei cittadini e dei lavoratori, nonché con la legge, ha gettato nel panico e nella disperazione numerosi boomer tecno-soluzionisti che hanno iniziato a gridare al complotto, al sabotaggio del paese, all'odio per il progresso. La reazione scomposta di ChatGPT e il suo blocco del servizio comunicato male ha peggiorato la situazione.
Data la quantità immensa di bestialità che stanno venendo dette, sia sul fatto in sé, sia su ChatGPT, sia sulle implicazioni, ho deciso di fare un reality check, scritto in fretta e furia, a chi negli ultimi mesi si è ubriacato di ChatGPT e sragiona in preda al fervore mistico.
Cominciamo:
ChatGPT non è in regola col GDPR: lo so che siete abituati bene con Facebook, AWS, Azure, Google Cloud e una marea di servizi americani che violano il GDPR ma hanno troppo peso politico per essere bloccati. Questo ha creato l'impressione che le aziende americane possano violare bellamente il diritto Europeo. Il blocco a ChatGPT è la norma, non l'eccezione. Abituatevi. Non c'è nessun complotto e nessun interesse occulto. Il Garante sta facendo il suo lavoro.
ChatGPT non è “il progresso”: chiunque pensi che il progresso sia inevitabile e sia, incidentalmente, quello promosso da uno sparuto gruppo di CEO tech americani, è un vostro nemico. Lo è perché gli interessi di questo microscopico gruppo di persone sono in aperto conflitto con gli interessi di cittadini, lavoratori, ecosistemi naturali, società, comunità e in ultimo dell'umanità intera. La loro ideologia giustifica qualsiasi bruttura e violenza in nome di quello che loro rappresentano come “progresso inevitabile”. Incidentalmente questo progresso combacia con un mondo dove gli utili delle loro aziende crescono. Smettete di prendere seriamente chiunque parli non ironicamente di Progresso con la P maiuscola. Una truffa a cui ormai credono solo i boomer, che tra l'altro mi sembrano essere anche la maggior parte di quelli che si sbracciano contro questo blocco.
ChatGPT non è fondamentale per la produttività: se ChatGPT ha portato un incremento di produttività sul vostro posto di lavoro, vuol dire che la vostra organizzazione ha dei problemi molto seri. ChatGPT può solo generare rumore, per sua stessa natura. Non può creare nulla di nuovo, non recupera informazioni, non produce nulla. Può trasformare le informazioni in rumore e, a volte, rimuovere il rumore dalle informazioni riassumendo o riscrivendo il testo. Se questo è utile alla vostra organizzazione, c'è un problema perché significa che i vostri flussi di informazioni, la vostra cultura organizzativa, le vostre pratiche di comunicazione, i vostri processi sono incasinati. È illusorio pensare che la ChatGPT migliori la produttività. Non lo farà. Aumenterà solo la quantità di rumore che un'organizzazione può tollerare senza ricorrere a una riprogettazione. Alcuni di voi si stanno illudendo che la loro produttività stia aumentando perché la vostra realtà lavorativa tollera un alto grado di rumore, inefficienza o, come direbbe David Graeber, “bullshit”. Con ChatGPT state vivendo un temporaneo sollievo da questo rumore, ma siete nell'occhio del ciclone: presto una quantità decuplicata di rumore vi colpirà, arrivando da tutti i vostri colleghi che useranno e abuseranno di ChatGPT per produrre e-mail, presentazioni, linee guida e documenti senza senso. State vivendo, per un breve momento, la realtà quotidiana degli ambienti di lavoro ben organizzati e ben progettati. Abbandonate ChatGPT e abbracciate il design organizzativo.
- Bloccare ChatGPT non ci farà “rimanere indietro”: come detto poco sopra, ChatGPT non è particolarmente rilevante per la produttività di un'azienda sana. Lo stesso si può dire del paese nel suo complesso. Molti sembrano disperati perché questo blocco comprometterà in qualche modo il benessere del paese. Ovviamente chiunque capisca un minimo come funziona l'adozione di una tecnologia sa benissimo che ChatGPT finora è stato poco più di una scoreggia per il sistema produttivo italiano, però sventolare un presunto interesse nazionale è uno strumento retorico, abbastanza a buon mercato, per difendere la propria app preferita. E se l'interesse nazionale, un'astrazione che comunque non condivido, fosse meglio difeso dal blocco? Ogni tecnologia andrebbe adottata solo se i benefici superano i danni. Nel caso di ChatGPT e OpenAI, il cui obiettivo primario dalla fondazione era danneggiare i competitor rilasciando strumenti di ricerca in open source e non creare prodotti mirati a servire l'interesse comune, questi danni sembrano essere nettamente superiori ai benefici. Furti, leak di dati, bias e discriminazione, informazioni false e pericolose, danni al sistema educativo, inquinamento informativo della sfera digitale, costi ambientali e probabilmente tanto altro che osserveremo solo su un periodo più lungo sono tutti elementi che vanno pesati quando decidiamo di difendere a spada tratta quel generatore di cover letter, sviluppatore di codice buggato e riassuntore di email che è ChatGPT. Nessuna tecnologia è inevitabile. Se la pensate diversamente, vi invito a costruire con l'amianto, curarvi col talidomide e l'eroina o a mettere clorofluorocarburi nei vostri spray. Inoltre ChatGPT non è l'unico LLM con interfaccia discorsiva (o “AI Relazionale” come la chiama chi non si vergogna a chiamare questi sistemi “intelligenze”): ne esistono numerosi, più sicuri, più efficaci. Se pensate che il blocco di ChatGPT vi faccia “rimanere indietro”, probabilmente siete già indietro perché sono anni che nell'industria o a livello personale questi strumenti trovano spazio nei processi produttivi.
Questo dibattito abbastanza scomposto sul blocco di ChatGPT sta facendo emergere il peggio dell'ideologia tecnosoluzionista, portando i suoi aderenti a esternazioni estremiste e di pancia e facendo da cartina di tornasole sulla pervasività di questa logica perversa. Tuttavia sta anche mostrando quante persone sono contente di questo blocco, credo la maggioranza di chi si interessa al tema. Prendiamola come un'occasione per contarci e per mettere in discussione l'infiltrazione di concetti osceni come l'inevitabilità di una data tecnologia, l'equazione tra introduzione di una tecnologia e il “Progresso”, l'associazione tra processamento di informazione ed efficienza e tutti gli altri dogmi propugnati dalla cricca di californiani sotto Adderall. Gli LLM nei prossimi mesi saranno un terreno di scontro ideologico, politico e sociale accesissimo, in quanto nuovo macrotrend spinto dal capitale digitale americano dopo che il Web3 si è rivelato una montagna di fuffa. Siamo pronti?