Odio Scrivere
Odio scrivere. Lo odio con la testa e lo odio con la pancia. Scrivo solo perché sono costretto.
Odio scrivere per tanti motivi.
Odio scrivere perché le parole non sono fatte per essere messe in fila, su una pagina. Le parole appartengono al momento in cui vengono dette, pensate, condivise. Metterle su una pagina è un atto di violenza narcisistica, come mettere i fiori recisi in un vaso. Le parole poi, non sono fatte per essere messe in linea. La pagina ti limita.
Le parole, fuori dalla pagina, sono più libere. A volte vanno messe in ordine, ma raramente la pagina, il libro, il documento sono la forma migliore. Scrivere per comunicare qualcosa, sia un concetto ricco, complesso e astratto, sia un’emozione diretta, profonda, sconvolgente, è una stupidaggine. Come fare cena guardando su Instagram la recensione di un ristorante.
La struttura del pensiero, del linguaggio, è inadatto a stare in una pagina. Nel mondo reale, le parole non si presentano in linea, una dopo l’altra, come cocainomani in fila per il bagno. Le parole accadono quando devono accadere e noi le viviamo lì dove accadono. Non dico che le parole non debbano mai essere scritte e lasciate lì, dove sono spuntate. Tuttavia, un minimo di riguardo e di rispetto per il contesto che le ha generate sarebbe dignitoso da parte di chi le riduce a testo.
Sicuramente non sono in sequenza nella mia testa, le parole. Il massimo che posso concedervi è quando le parole prendono la forma di dialoghi interiori, ma non sono comunque in linea. Esistono sempre in uno stato di sdoppiamento: la parola dal lato di chi la proferisce (io) e dal lato di chi la ascolta (sempre io, è la mia testa d’altronde).
Quindi odio scrivere, perché non ho particolarmente in odio le parole e quindi mi sembra brutto incatenarle a un foglio. Che poi, un foglio… ormai non hanno neanche più la dignità della calligrafia. Cambi font e cambia la forma delle catene.
Odio scrivere anche per un altro motivo. Per scrivere bene serve tempo e spesso il mio corpo cede prima di aver finito di scrivere. Oramai non scrivo quasi più nulla che non possa essere iniziato e finito in una sola seduta. Ciò che scrivo è già completo prima di guardare lo schermo bianco e iniziare a battere sui tasti. L’alternativa è inconcepibile. Posso tollerare di alzarmi dalla sedia senza aver finito di stendere un articolo, ma non posso tollerare di sedermici di nuovo e riprendere da dove avevo lasciato. Probabilmente è lo stesso motivo per cui raramente finisco film o videogiochi lasciati a metà. Che è anche un po’ il motivo per cui non guardo più film e non giochi più videogiochi con una trama.
Odio scrivere, quindi questo post finisce qui.