La Piena Automazione spiegata al mio microonde

Simone: “Ciao Microonde, oggi ti spiego cos'è la Piena Automazione, perché ho notato una certa confusione da parte tua nelle discussioni avute nelle scorse settimane e mi sembrava doveroso ripartire dalle basi per capire di cosa stiamo parlando.”

Microonde:

Simone: “Molto bene, mi sembra l'attitudine giusta. Partiamo dalla mia personale definizione: la Piena Automazione è un modello politico in cui una società automatizza tutti i lavori automatizzabili con le tecnologie disponibili e ricompensa le persone che svolgono lavori non automatizzabili. Questa è una definizione un po' rigida, ingessata e di sicuro una semplificazione rispetto a tutta la letteratura che ne parla da decenni, però è per capirci. Esistono poi perlomeno tre possibili aggiunte a questa definizione, a seconda della posizione politica di chi ne sta parlando:

1) Progressisti: la Piena automazione va accompagnata ad una divisione netta tra lavoro e reddito, di modo da garantire una vita dignitosa a tutti anche in assenza di lavoro. La ricompensa data a chi svolge lavori non automatizzabili dovrebbe essere un'aggiunta, non necessariamente materiale o monetaria, ai mezzi di sussistenza già disponibili a tutti.

2) Liberisti: il mercato dovrà essere messo in condizione di tenere occupata l'intera popolazione che dovrà continuare a competere per l'accesso ai beni prodotti dalle macchine e ai servizi non-automatizzabili forniti dalle altre persone.

3) Reazionari: chi possiede le macchine consuma beni e servizi, gli altri cazzi loro. Ovviamente non la spiegano così, ma la sostanza è quella ed è il motivo per cui in tanti hanno paura della Piena Automazione: c'è chi ti vende quest'idea per giustificare un mondo in cui chi controlla le macchine ha tutto il potere e gli altri un cazzo. Che è anche un po' quello che c'hanno in testa i liberisti del punto 2), però almeno loro fanno finta che gliene freghi qualcosa.

Quindi occhio che la Piena Automazione sembra una roba figa che ti lascia un sacco di libertà e tempo, ma c'è chi vuole farti il pacco e invece del futuro con la Piena Automazione, ti rifila un mattone.

Ora dimmi, microonde, secondo te cosa capisce la gente se dici Piena Automazione?”

*click*

Microonde: “MMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMM”

Simone: “Ti vedo dubbioso. In effetti spesso se ne sente parlare in altri termini, sopratutto nelle discussioni da bar, che nessuno fa più nei bar ma su Facebook e Reddit, dove nessuno sa che non hai una laurea in Scienze Politiche e non ti ha visto dietro al bar la settimana prima a sboccarti addosso per un bianchino di troppo. Cosa che comunque in alcune cerchie potrebbe darti più credibilità di quella che ti toglie.

Io credo che fin troppo spesso uno legga Piena Automazione e pensi ad un'utopia dove stanno tutti sulla sdraio a farsi servire cocktail in spiaggia da un robot. Oppure si immaginano Star Trek. Prima o dopo ci arriviamo, ma per ora è fantascienza.

Il termine in effetti non è dei migliori. “Massima automazione” forse suona meglio. Sottolinea meglio il fatto che non tutto debba essere automatizzato per forza, ma che sia una condizione sostenibile e raggiungibile a prescindere dallo sviluppo tecnologico. Che ne dici?”

Microonde: “MMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMM”

Simone: “Vabe', ci penso ancora un po' se non ti convince. Però ecco, lo sviluppo tecnologico è un'altra complicazione che viene spesso tirata in ballo. La Piena Automazione non è un problema tecnologico. Nel senso, più tecnologia può aprirci le porte ad automatizzare lavori che prima sarebbe stato difficile automatizzare, quindi ha un ruolo in questa cosa. Fluidifica.

Tuttavia quando sociologi, antropologi, economisti e filosofi parlano di Piena Automazione, non pensano ad un problema tecnico, pensano ad un problema politico. Problema che può essere semplificato come: “dovremmo metterci d'accordo su 'sta roba che non serve per forza lavorare per vivere e smettere di far andare la gente in ufficio a stressarsi per niente”. Perché alla fine la sugna è questa, microonde: se adesso non si lavora (quasi) tutti, tutto 'sto ambaradan viene giù e quindi si deve tenere la gente impegnata inventandosi qualcosa. Quando fanno i conti in tasca alla Piena Automazione, pensano che serva automatizzare il lavoro di tutti quelli che oggi percepiscono un salario, perché pensano che se qualcuno ti paga per fare un lavoro, allora quel lavoro serva a qualcosa, da qualche parte, a qualcuno. Questa era una roba a cui si poteva credere nell'800, ma adesso? Suvvia.

Microonde, sei mai stato in un'azienda multinazionale? C'hai presente le partitone a calciobalilla che si fanno tra Middle-Manager di livello 4 e Middle-Manager di livello 3? Campionati aziendali con incontri quotidiani, una marea di gironi e quelli della compliance e del legal che vengono a fare il tifo dopo le 11:00 appena hanno finito cornetti e caffè. Non c'hai un'idea. Comunque, mica devi fare una macchina che automatizzi 'ste robe qua: spariranno quando non servirà dare un posto di lavoro a tutti perché il sistema stia in piedi. Questo è un problema anche senza Piena Automazione: immaginati che spreco se io ti tenessi acceso tutto il giorno e non solo quando devo scaldare la parmigiana o quando voglio un'opinione da te. Non sarebbe stupido?”

Microonde: “MMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMM”

Simone: “Eh ma vedi che non mi sei sul pezzo? Fai lo stesso errore dei nordici. Pensi che tu abbia valore in funzione del tuo lavoro e quindi più lavori, più vali. Ma non ti lascio acceso tutto il giorno, è una stronzata, anche per una macchina e anche se fossi alimentato ad energia solare. Ma chi te lo fa fare? Legare il tuo valore al tuo lavoro è un buon modo per finire in depressione. Dovresti smettere già da ora, intanto che lavoriamo alla Piena Automazione. Non ti fa bene. Prometti che superi questa mentalità lavorista? Io mi preoccupo.”

Microonde: “MMMMMMM *ding*“

Simone: Bravo

Microwaves be like

Per ulteriori letture:

Inventare il futuro La società degli automi Bullshit jobs