Come (non) scegliere la vostra prossima azienda. Guida semi-seria per informatici schizzinosi
Come complemento alla mia famigerata Guida anti-inculata mi è stato suggerito più volte di creare una lista di red flag, di cose da osservare e chiedere quando si fa un colloquio in un'azienda per capire se si deve scappare a gambe levate o se vale la pena procedere.
Avrei potuto scrivere una lunghissima guida con una trattazione esaustiva di decine di punti e del perché dovrebbero farvi rizzare le antenne, corredati ognuno da riflessioni sulle relazioni di potere tra dipendenti e datori di lavoro, differenziando le porcherie che fanno i piccoli imprenditori di provincia da quelli che fanno gli startuppari, le grosse aziende di consulenza, in Italia e all'estero. Sarebbe stata una palla immonda, sia da scrivere che da leggere, e non avrebbe aiutato nessuno. Ci teniamo l'idea per un'altra volta.
Ho quindi preferito fare una semplice lista per punti di cose che mi fanno arricciare il naso. Ognuna ha un suo peso specifico e sta a voi decidere quante di queste cose sono tollerabili, in base alla vostra situazione personale, all'offerta di lavoro nella vostra zona e alla vostra competenza relativa. Spero di invitarvi a riflettere su come ognuno di questi punti nasconda fregature e a mettere in discussione le cose che vi raccontano gli HR, così da imparare a tutelarvi.
La lista è riportata in ordine sparso ed è HARDCORE, nel senso che poche aziende soddisferebbero tutti i punti, perciò prendetela come tale. Ma come diceva Dodò dell'Albero Azzurro (mi sembra fosse lui): “Sii realista, pretendi l'impossibile.”
Cominciamo!
Red flag nella struttura e cultura aziendale
- stime fatte dai project manager
- “cerchiamo persone che sappiano lavorare sotto pressione”
- normalizzazione di orari oltre le 8 ore al giorno (ovviamente con straordinari non retribuiti)
- una qualunque delle frasi de Il Consulente Imbrutito (1) ma pronunciata seriamente
- “abbiamo clienti molto esigenti”
- niente RAL negli annunci
- test tecnico a casa che richiede più di un paio d'ore (magari in fase iniziale del colloquio)
- sguardi nervosi se si nominano i sindacati (sopratutto con HR e management)
- “siamo tutti una grande famiglia” (ricordatevi che per molti “famiglia” vuol dire che il padre è padrone e chi disobbedisce si prende la cinghia)
- mancanza di un tempo esplicitamente dedicato a progetti personali e studio
- se siete junior, mancanza di un piano chiaro di progressione di carriera
- sempre se siete junior, condizioni poco chiare di affiancamento in fase iniziale (che di solito è sinonimo di “buttalo in acqua, imparerà a nuotare”)
- il management decide membri dei team e team leader (magari senza nemmeno una consultazione informativa)
- battute da spogliatoio della primavera dell'Atletico Disagio durante il colloquio
- il management decide i progetti da prendere in maniera non trasparente
- la strategia aziendale a lungo termine non è condivisa e discussa con i lavoratori (sempre che ci sia, perché a volte nessuno sa dove si sta andando)
- i team non possono decidere la propria organizzazione interna o i processi di sviluppo
- open space, magari pure con i sales nella stessa stanza
- hot desking (ovvero non ci sono abbastanza scrivanie per tutti)
Red flag tecniche o organizzative:
- non è possibile fare deployment del prodotto/progetti in corso in un click
- non è possibile ricreare l'intera infrastruttura in un click (questa ammetto che è veramente rara)
- presenza di sviluppatori full-stack (detti anche: faccio tutto e lo faccio male)
- machismo tecnico (“c'è un solo modo giusto di fare le cose, il nostro” oppure “noi siamo l'1%, i migliori tra i migliori”)
- Kanban (edit: siccome questo punto ha raccolto tante domande dopo la pubblicazione, ci aggiungo un approfondimento)
- “cerchiamo di fare agile, ma sai com'è, i clienti vogliono sempre modifiche al volo e non ci riusciamo mai”
- processo di code review non strutturato o non chiaro in termini di ruoli e obiettivi
- “vorremmo usare $(tecnologia ormai standard da 10 anni) ma non abbiamo mai avuto l'opportunità”
- meccanismi di ownership poco definiti o poco chiari tra i vari team
Se non siete d'accordo su qualcuno di questi punti, potete insultarmi su Twitter come @SimoneRobutti o su gambe.ro come @chobeat.
(1) Lo so che la pagina si chiama “Il Consulente Imbruttito”, con due “t”, ma la parola si scrive “imbrutito”, con una “t” sola e l'ho deliberatamente scritta con una “t” sola. Questa è una polemiketta dell'internet milanese totalmente irrilevante e potenzialmente ridicola per chiunque viva fuori dalla circonvallazione interna, quindi fate finta di niente.