Una bussola per la politica del Collasso: piccola introduzione schematica

La parola “collasso” compare sempre più spesso nel dibattito politico, appropinquandosi a ritmo sostenuto verso l'entrata nel mainstream. In molti contesti è un concetto ormai centrale e tante voci, da tante posizioni diverse, partecipano a un discorso che intreccia politica, filosofia, diverse discipline scientifiche, design, narrativa e tecnologia.

Questo articolo vuole essere un'introduzione minimale per orientarsi e iniziare a comprendere un tema che inevitabilmente diventerà sempre più rilevante negli anni a venire. Un elenco di posizioni, fazioni, opinioni, tendenze, di coordinate del dibattito, di argomenti su cui si imperniano le varie contrapposizioni. Chiaramente non vi è pretesa né di esaustività né di profondità storica: le radici del dibattito in corso possono tornare indietro anche di secoli e ogni giorno emergono nuove posizioni, nuovi gruppi, nuove declinazioni, nuove identità e definizioni, provenienti da ogni punto dello spettro politico, dall'accademia, da comunità internet occulte, dall'ultimo autore che decide di affrontare la questione e dire la sua. Mappare questo fermento enumerando le singole organizzazioni, personalità, partiti e comunità sarebbe un esercizio tanto impegnativo quanto sterile.

Credo sia molto più interessante invece fornire semplici strumenti interpretativi per navigare questo dibattito multiforme e frammentato. Per farlo ci avvarremo di una serie di categorizzazioni, alcune formulate dai promotori stessi delle posizioni illustrate, altre elaborate da me, per raggruppare elementi e attori che condividono tratti comuni tra loro, influenze e relazioni. Spero il risultato non abbia troppo il gusto delle tassonomie degli antropologi ottocenteschi.

Prima di cominciare però, è forse utile riassumere cosa si intende con il termine “collasso”. Una definizione troppo rigorosa è difficile, anche perché vorrebbe dire prendere posizioni nel dibattito, in cui esistono voci piuttosto divergenti su cosa questo collasso sia e su come si dipanerà. Tuttavia, sperando di non essere troppo di parte, nel nostro contesto si può definire il Collasso come il processo storico di transizione della/e società umana, complessa, globalizzata, altamente connessa e materialmente abbondante a uno stato di maggiore precarietà, minore abbondanza e stabilità, fino al raggiungimento di un potenziale rischio esistenziale. Spesso il Collasso è attribuito a confluenze e compenetrazioni d'instabilità ecologiche, sociali, economiche e politiche già in corso o presenti nel futuro prossimo.

Gli ottimisti

Negazionisti totali: non esistono trend discendenti, minacce climatiche o ecologiche. Il presente non è oggetto di minacce di portata storica in grado di compromettere il benessere materiale e sociale.

Negazionisti parziali: esistono alcuni trend discendenti, in particolare problematiche d'ineguaglianza sociale, instabilità economica o problemi d'inquinamento. Tuttavia non sono sufficienti a modificare in maniera sostanziale la realtà in cui viviamo. Il sistema economico-politico, l'umanità o altre forze correggeranno inevitabilmente questi elementi. I sintomi che osserviamo sono solamente temporanei e destinati a scomparire.

Ottimisti tecnologici: il collasso è possibile ma è un problema tecnico da risolvere. In particolare nuove tecnologie in ambito ecologico, energetico o digitale saranno in grado di invertire i fenomeni che stiamo osservando.

Ottimisti economici: il collasso è possibile ma si può prevenire codificando i giusti input economici per compensare le esternalità ecologiche, le ineguaglianze e le divisioni sociali. Non è necessaria una ristrutturazione sociale ma una politica economica migliore.

Riformisti: il collasso verrà impedito da profonde ristrutturazioni del sistema produttivo, del welfare e da enormi investimenti per il risanamento ecologico. Vi sarà un punto d'incontro politico dovuto ai danni causati dal collasso in avvicinamento e la resistenza degli stati-nazione ad agire e proteggere lo status quo. Quando avverrà, si libereranno forze sufficienti a interventi radicali.

Millenaristi: il collasso avverrà, ma è una cosa positiva e necessaria per liberare l'umanità dal degrado presente. Le difficoltà che creerà aiuteranno a dividere i giusti dagli empi. Esistono posizioni millenariste in varie comunità: dai fondamentalisti religiosi che vedono il collasso imminente come una sorta di giorno del giudizio biblico ai suprematisti etnici che attendono il collasso sociale per rimuovere gli ostacoli che oggi impediscono loro di sterminare etnie diverse dalla loro.

Accelerazionisti di destra/Dark Enlightment: il collasso dell'umanità avverrà, ma sarà un passo evolutivo necessario per liberare il Capitalismo dalla necessità di supportare la comunità umana. Radicata principalmente nella visione accelerazionista di filosofi come Nick Land e del blogger Curtis Guy Yarvin, varie declinazioni di questo pensiero promuovono, principalmente nell'estrema destra Americana, un approccio al collasso come necessario e da facilitare attivamente.

I pessimisti

Arrendisti: il collasso è inevitabile perché si sarebbe dovuto agire prima. Oramai qualunque soluzione tecnica e politica è superflua.

Arrendisti edonisti: il collasso è inevitabile e dobbiamo spendere questi ultimi anni a goderci ciò che abbiamo invece di attivarci per un cambiamento che comunque non porterebbe ad alcun risultato.

Post-collassisti: il collasso è inevitabile e perciò bisogna agire oggi per costruire strumenti concettuali, tecnici e sociali che ci serviranno durante e dopo il collasso, per minimizzarne gli effetti sul lungo termine.

Ritardisti: il collasso è inevitabile e l'obiettivo primario è rallentarlo per estendere quanto più possibile le condizioni correnti, facilitare l'attraversamento del collasso e minimizzare i costi in termini di vite umane.

Tipi di collasso

Finora abbiamo parlato di collasso in maniera indistinta. Tuttavia sussistono visioni radicalmente differenti, spesso opposte e inconciliabili, su come il collasso si potrebbe sviluppare. Scendere nel dettaglio tecnico, logistico, ecologico e sociale del cambiamento della realtà quotidiana sotto il collasso è necessario per comprendere le idee e i progetti che da queste visioni si sviluppano.

Collasso rapido/prepper: il collasso avverrà rapidamente a livello globale in una finestra temporale ristretta. Tanti piccoli fallimenti infrastrutturali locali, instabilità politiche o eventi climatici estremi impediranno una transazione graduale. Perciò chi vuole sopravvivere deve prepararsi a un periodo di sopravvivenza in condizioni profondamente ostili al mantenimento o formazione di una qualsiasi forma di società organizzata.

Collasso lineare: il collasso avverrà lentamente a livello globale. Le infrastrutture e le catene produttive globali saranno progressivamente meno manutenibili. Molti Stati e comunità locali vedranno peggiorare le proprie condizioni materiali nel corso degli anni. Sebbene questo porterà a una riduzione della popolazione e del benessere, la transizione graduale permetterà un adattamento in ogni aspetto della vita in tutte quelle località non interessate dagli effetti peggiori del collasso.

Collasso accelerato/non lineare: a causa di interdipendenze ecologiche (ad es. rilascio di metano dal permafrost) e infrastrutturali (ad es. la fragilità della catena produttiva dell'elettronica), ci sarà un punto di rottura in cui si innescheranno a catena una serie di meccanismi che accelereranno il collasso prima che si raggiunga un punto di equilibrio. Questo ritmo di cambiamento potrebbe essere troppo rapido perché gli esseri umani ci si possano adattare efficacemente.

Ideologie

Come diverse visioni materiali del collasso producono progettualità diverse, anche le ideologie di riferimento si intrecciano con il posizionamento nel dibattito. La comprensione di ideologie nuove, di ideologie esistenti o dei loro adattamenti è una lente fondamentale per comprendere il dibattito sul futuro. Interessante è notare quanto molte ideologie, soprattutto conservatrici e liberali, siano completamente incapaci di incorporare una componente di possibile regresso e siano quindi assenti dal discorso o presenti con posizioni negazioniste.

Inoltre non includo nella lista tutte le ideologie politiche ecologiste che non concettualizzano o esprimono posizioni esplicite sul collasso come inteso in questo articolo, pur avendo una qualche idea di collasso o degradazione ecologica come parte integrante del loro pensiero.

Eco-fascismo: il collasso è colpa della sovrappopolazione, dell'eccesso di benessere o delle scelte di particolari nazioni o fasce demografiche. Misure restrittive, soppressione di determinate libertà per una parte della popolazione o la loro eliminazione fisica sono necessarie per evitare un collasso globale.

Decrescismo: un modello economico e sociale che richiede una continua crescita, basata sull'estrazione predatoria di risorse è insostenibile sul lungo periodo. Sono necessari nuovi modelli economici che non siano vincolati dall'imperativo della crescita. Un sistema produttivo più locale, con inter-dipendenze ridotte, è necessario per affrontare la fragilità di quello attuale, anticipando le necessità che verranno imposte dal Collasso.

Eco-socialismo: lo Stato o un ente equivalente, come una confederazione di comunità, deve farsi promotore dell'equilibrio ecologico e ristrutturare la società e i sistemi produttivi per prevenire o per sopravvivere al collasso. Data la gravità della minaccia, il tema ecologico deve essere integrato pienamente nella pianificazione politica per mantenere il benessere materiale conquistato sinora.

Communalisti/Eco-anarchismo: la via per sopravvivere al collasso è costruire reti e comunità auto-sufficienti in grado di sopravvivere e adattarsi ai cambiamenti sociali e climatici, eliminando progressivamente le dipendenze dalle supply chain globali e regionali.

Estetiche

Quando si parla di immaginare il futuro, le estetiche di riferimento sono importanti tanto quanto la teoria, se non di più. Data l'impossibilità di prevedere con precisione le complesse evoluzioni che avverranno nei prossimi decenni e come queste si ripercuoteranno in ogni singolo aspetto della quotidianità, ragionare sui mondi possibili da un punto di vista artistico, narrativo, emotivo, permette di comprendersi e di mobilitare persone all'azione molto più facilmente di un arido report scientifico o di un trattato di teoria eccessivamente astratto.

Il tema è stato esplorato a lungo da prospettive diverse, spesso anche prima che l'evenienza di un collasso diventasse concreta e vicina nel tempo quanto lo è adesso. Intenzionalmente o meno, correnti letterarie, cinematografiche e artistiche condizionano il discorso e determinano ciò che ci immaginiamo quando chiudiamo gli occhi e pensiamo a come sarà la nostra vita fra 50 anni.

Post-apocalisse: il collasso sarà rapido e violento, dovuto a cataclismi di scala globale. Ciò che seguirà sarà un mondo materialmente e socialmente povero, con gruppi di varia natura in continuo conflitto tra loro per le poche risorse disponibili. In alternativa, il collasso demografico sarà così profondo da ridurre la densità di presenza umana fino al punto in cui gruppi molto esigui riusciranno a vivere di sussistenza, come nomadi o come stanziali. Esempi: Mad Max, Fallout, The Survivalist.

Cyberpunk/Sci-fi: il collasso sociale ed ecologico non si accompagna a una riduzione del benessere materiale o della competenza tecnologica, ma a una crescita smisurata del divario tra classi sociali. Spesso ad un collasso dell'ordine costituito non segue un conflitto caotico e violento ma una sostituzione da parte delle corporation che rimpiazzano lo Stato e implementano società distopiche. Esempi: Autonomous, The Peripheral, Elysium.

Solarpunk: il collasso delle vecchie strutture sociali e produttive è un meccanismo positivo, capace di innescare una rivoluzione profonda delle società umane. Sotto la minaccia dell'estinzione, avviene una riconfigurazione sociale che incorpora pienamente l'ecologia, la cooperazione e lo sviluppo radicalmente sostenibile. Il risultato è una società capace di riprodursi senza distruggere e senza opprimere. Esempi: The Dispossesed, Ecotopia, Sunvault.

Corporate Marketing: il collasso è caratterizzato come una conseguenza di scelte consumistiche sbagliate, imperniate sull'uso di materie e prodotti non “puliti” o non sostenibili. Il collasso non è mai rappresentato direttamente, ma suggerito, implicito, così da spingere il cliente all'acquisto. Questo non impedisce di dargli dei tratti specifici, seppur deboli e funzionali esclusivamente alla generazione di profitto. Viene utilizzato principalmente all'interno di pubblicità, brochure, post sui social e comunicazione aziendale in genere.

Cottage-core: la feticizzazione della vita bucolica e isolata, tema ricorrente nell'arte da millenni, viene riproposta dal cottage-core come una fuga dalla modernità in declino. Il collasso è visto come qualcosa di lontano, che non può raggiungere la bolla idilliaca. Una forte dicotomia tra umanità e natura pongono quest'ultima e il contatto con essa come via di fuga dai problemi presenti e futuri.


Se avete suggerimenti per ampliare la lista, correzioni o osservazioni su alcune delle posizioni presentate che, mi rendo conto, rischiano di non rendere giustizia alla complessità del pensiero e delle comunità che vi stanno dietro, potete contattarmi all'indirizzo e-mail: simone.robutti@protonmail.com. Sono apertissimo a far evolvere questo articolo in maniera collaborativa, con l'intenzione, una volta raggiunta la maturità, di tradurlo anche in altre lingue.